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Salvatore Lioniello

Pizzeria da Lioniello Milano: i tre classici di Salvatore e una strepitosa bianca firmata Iavarone

Improvvisiamo la nostra visita da Salvatore Lioniello a Milano buon ultimi, senza ansia anche perchè se c’è un luogo che non si può giudicare in anticipo e con i soliti noiosi pranzi stampa è proprio la pizzeria. Se si scrive per chi legge e per la clientela bisogna vedere come gira dopo un periodo di rodaggio, altrimenti la percezione sarà completamente sfalsata.
Ci andiamo con due amici e trovo Salvatore al lavoro davanti al forno monumentale.
La pizzeria è molto bella e moderna: ha una bellissima cantina molto curata e ricca, proprio come nella pizzeria di <succivo di cui questa è la gemmazione. La cucina dove si preprarano fritti e sfizioserie è in un locale a parte, ben distinta, il locale è ad elle nell’angolo di un palazzo e i posti sono oltre cento.

La domanda che facciamo è: vale la pena di venire a Milano? La risposta di Salvatore è sicuramente si, la pizza napoletana scioglievole, super-idratata in questo caso, è un cibo che funziona molto bene. Certo, la mentalità di approccio è diversa, come ha potuto verificare la prima sera quando parti con delle prenotazioni irritando quelli che non trovarono il tavolo pronto all’ora richiesta. Qui c’è il culto della precisione degli appuntamenti mentre al Sud l’attesa è un rito, nessuno si spazientisce perchè è un modo per chiacchierare, socializzare, anche passare la serata. Il bello della vita è la diversità, non l’omologazione dei comportamenti.
Però l’approccio è servito per aggiustare il tiro. Un altra cosa bella delle pizzerie aperte dai napoletani a Roma e Milano,  e in ogni luogo, è il fatto che si apre anche a pranzo. A Napoli è una cosa normale, fuori si fatica a rodare. Ma se il locale è inteso come servizio oltre che luogo dove trascorrere un po’ di tempo, l’apertura a pranzo fa la differenza: non c’è la calca serale, tutto fila liscio.

Salvatore Lioniello ha due punti di forza: la cura dell’impasto, sicuramente uno dei migliori in Italia sin dai primi tempi in cui ha iniziato questa attività e la cura maniacale dei prodotti di qualità. Tutto è buono, dalle olive all’origano, dai pomodori al fior di latte, sino all’olio. Il terzo punto di forza è l’intelligenza: ricordo che le prime volte criticai le sue pizze d’autore, troppo pasticciate. Con umiltà, che è la virtù delle persone colte e intelligenti (so di non sapere socrsatico), Salvatore si è rivolto a qualche cuoco per avere consigli e, a differenza di altri che tengono nascosto questo fatto, lo dichiara. La pizza ai quattro formaggi che abbiamo provato pensata da Domenico Iavarone, cuoco di grande professionalità che troveremo quest’anno alla Favorita di Sorrento, è semplicemente straordinaria: finalmente abbiamo un equilibrio in cui ogni fornaggio aiuta l’altro in una fusione di sapori rinfrescata dal limone che mette in secondo piano la sensazione di grasso tipica di queste pizze. Per non parlare che è una gorgonzola free, finalmente.

La pizzeria da Lioniello a Milano

Salvatore ci fa provare i suoi classici che sono perfetti, ma non avevo dubbi. La cosacca è un perfettov equilibrio fra pomodoro e formaggio, la marinara è stupenda, un vero e proprio assoluto di pomodoro senza mediazioni che esalta la freschezza dell’ortaggio imponendo un gusto tipico napoletano. Infine la margherita è un compito ben  eseguito. Della bianca abbiamo già detto. Buoni i fritti.
Rispetto alla pizzeria Da Lioniello a Succivo c’è qualche coccola in meno, in compenso il caffè finale è davvero buono.
Che dire ancora? Un indirizzo di qualità che premia i sacrifici di questo ragazzo e della sua famiglia, gli consente di respirare un’aria metropolitana che non potrà che far ebene alla sua crescita professionale e personale.
Altro punto di forza: Salvatore Lioniello è vegano da molti anni, il vegetale è sempre tenuto in grande considerazione nelle sue pizze, segue la stagionalità e di alta qualità perchè viene dalle terre vesuviane. Sicuramente una delle migliori pizze di Milano aiutata da un servizio perfetto e da una grandissima cantina, non vi è alcun dubbio.
Provate e fatemi sapere. Ale!

Fonte: Luciano Pignataro

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